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Settembre 2020
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Essere una brava mamma11/4/2020 Ansie e dubbiCari lettori, ben ritrovati . Oggi vorrei parlarvi di una questione che tocca molto le mamme e le future mamme: “SARO’ UNA BRAVA MAMMA?” Come ben sapete, già durante la gravidanza, ma soprattutto quando nascono i nostri figli, possono sorgere dentro di noi preoccupazioni e dubbi. Quando una mamma torna a casa dall’ospedale, ha una preoccupazione schiacciante: “Sarò capace di crescerlo?”. Dunque possiamo diventare ipervigilanti, ansiose e con un pensiero catastrofico. Nelle prime fasi può capitare di alzarsi di notte per controllare se il vostro bimbo respira, di aver paura che possa soffocarsi se dorme insieme a voi, di aver paura che possa cadere e farsi male e molto altro…"Ma cosa mi sta succedendo?" Voglio tranquillizzarvi, è un qualcosa che succede. Possiamo considerare queste paure come una “forza costruttiva” che attesta le vostre capacità di cura e il vostro essere pienamente entrate nel ruolo di mamma, chiaramente queste paure però solitamente non arrivano a un punto tale da impedirvi di vivere le vostre giornate e di godervi il vostro piccolo. Daniel Stern, psicologo che si è occupato della relazione mamma-bambino, parla di “Costellazione Materna” che possiamo riassumere con “Io diventerò/sono mamma e mio figlio verrà/viene prima di tutto”. Si tratta di una particolare e unica condizione nella vita che caratterizza la maternità. Questa ci modifica internamente, sposta i nostri interessi e i nostri obiettivi sul piccolo, sulla cura, sull’amore verso i nostri figli, cambiano anche i nostri gusti, le persone che frequentiamo (per esempio, siamo più propense a stare con altre mamme che possono comprendere e condividere la nostra esperienza) e ci riempie anche di paure nuove, sconosciute. E’ innegabile che la maternità ci cambia e ci mostra un nuovo affascinante e complesso mondo, quello di essere genitori. Vi dico questo un po’ per tranquillizzarvi rispetto a tutte le paure che possono farsi sentire in modo preponderante quando il vostro viaggio come genitori è appena iniziato, ma ci saranno anche dopo, in maniera diversa, perché non si smette mai di essere genitori e di volere il meglio per i propri figli e di preoccuparsi per loro. Quando i figli sono più grandicelli, per esempio, una preoccupazione può essere legata ai comportamenti del bambino che ci appaiono come un riflesso delle nostre capacità di essere brave mamme e le fanno vacillare: “Mio figlio fa i capricci, mi dice che sono cattiva, io ci ho messo anima e corpo eppure mi dice così, perché?” “Perché fa sempre i capricci?” “Forse non sono una brava mamma”. No! Siete brave mamme perché sapete dare dei limiti ai vostri piccoli, i limiti servono per crescere, l’importante è che spiegate sempre quello che state facendo, anche se sono piccoli. I bimbi spesso fanno i capricci e sono oppositivi perché stanno imparando a modulare le loro emozioni e la frustrazione e i “no” sono molto più difficili da tollerare e da gestire, inoltre l’essere “oppositivi” (penso alla tipica fase del “No”) è un modo che loro hanno per cominciare a esistere come persone separate e esprimere i loro bisogni. È difficile da tollerare lo capisco, ma vedrete i risultati in un secondo tempo. Un’altra preoccupazione tipica è: “Mi sento in colpa se penso a me stessa”. Ma anche qui voglio rasserenarvi e darvi uno spunto di riflessione. Se le cure verso i vostri figli vi rendono nervose e stanche, ma vi sentite in colpa a lasciarlo ad altre persone anche per qualche ora, pensate invece al beneficio che i vostri figli possono trarre da un’interazione con una mamma più rilassata e serena. In aggiunta, il bimbo ha bisogno di fare esperienze anche con altre persone, papà, nonni, ecc., queste sono arricchenti e gli consentono di svilupparsi meglio, ad ogni età. E arriviamo infine all’ultimo punto: “Come faccio a sapere se quello che sto facendo è giusto o no? Donald Winnicott, un grande psicoanalista che si è occupato di bambini e delle loro mamme, parla di “mamma sufficientemente buona”, cosa significa? Che noi mamme non dobbiamo essere perfette per i nostri figli, dobbiamo essere noi stesse, e possiamo sbagliare. Accogliamo i loro bisogni e li nutriamo, ma non siamo onnipotenti. Una mamma che non sbaglia è una mamma che sta fingendo e se ben ci pensate, anche nelle relazioni sono le esperienze vere e le esperienze “riparative” a essere una grande fonte di crescita personale. Siate quindi serene nelle vostre capacità di essere buone mamme e se sentite che proprio non ce la fate, ricordatevi sempre di non isolarvi e chiedere aiuto. A presto! . Sara Pontecorvo Qui sotto troverete il video che ho girato per il gruppo Supermamme di Sesto San Giovanni in collaborazione con Osteopaticamente.
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ESSERE GENITORI SINGLE9/4/2020 Come gestire tutto da soli?Cari lettori, dopo aver affrontato il tema della convivenza in famiglia non potevo trascurare chi invece per diversi motivi si ritrova ad affrontare il difficile compito genitoriale da solo. Nel precedente articolo e anche in un video sul mio canale Youtube (Sara Pontecorvo Psicologa), suggerivo appunto di diminuire il sovraccarico derivante dalle proprie giornate e dalle proprie responsabilità suddividendosi il carico con il proprio partner, di ritagliare del tempo per sé, ma chiaramente questo non è proprio così semplice quando non si ha scelta e bisogna occuparsi per forza di tutto da soli. Essere genitori è bello, ma da soli comporta il doppio del carico e spesso vi è una limitazione importante delle vostre attività e chiaramente può pesare, farvi sentire scoraggiati, soli e può impattare negativamente anche sul modo in cui vivete la relazione con i vostri figli. Come fare dunque? Qualche piccola soluzione per alleggerire le vostre giornate almeno un po' potrebbe esserci, di seguito ve ne proporrò qualcuna. 1. STABILIRE UN PROGRAMMA, SEGUIRE UNA ROUTINE. L'idea che vi propongo è quella di creare una specie di tabella di marcia che vi aiuti a rappresentarvi mentalmente le vostre attività, però mi raccomando, non inserite nella vostra tabella solo i doveri, ma anche i piaceri che possono consistere in un gioco fatto con i vostri figli, un momento di riposo, in un momento tutto per sé, ecc. Perché vi suggerisco questo? Perché avere una routine aiuta, fornisce sicurezza e questo non solo per i bambini, ma anche per gli adulti che rischiano di sentirsi sovrastati da tutto quello che c'è da fare. Avere dei ritmi scanditi, senza forzature e lasciando spazio per la flessibilità consente di trarne dei benefici (per esempio, se nel pomeriggio i vostri figli acquisiscono la routine del pisolino, quello può diventare un momento tutto per voi, la casa la sistemerete in un altro momento). 2. COINVOLGERE I VOSTRI FIGLI A seconda delle età i vostri figli possono essere coinvolti in numerose attività. La rete fornisce davvero molte indicazioni da questo punto di vista, ma lasciatevi anche guidare dal vostro istinto e dalla vostra fantasia, in fondo i vostri figli sono unici e siete voi a conoscerli meglio di tutti. Per quanto riguarda i figli adolescenti, chiaramente possono essere coinvolti molto di più nelle mansioni domestiche. L'importante è attuare una mediazione. Anche con loro aiuta stabilire a priori momenti specifici in cui per esempio possono sistemare la camera, apparecchiare la tavola, far andare la lavatrice ecc. 3. SCARICARE LA TENSIONE ACCUMULATA Dunque, in questo periodo di quarantena, visto che non è possibile accedere agli aiuti esterni che invece solitamente potrebbero alleggerire il carico, è più che vitale utilizzare i momenti in cui i figli stanno dormendo o stanno facendo altro per stare un po' con se stessi, riposare e fare qualcosa che vi piace. Respirate lentamente e profondamente e spostate la mente su qualcosa di bello per voi. 4. CHIEDERE AIUTO Quando diventa veramente troppo, ci si sente soli, scoraggiati, stanchi è tristi non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto. E' importante crearsi una rete di sostegno esterna (genitori, amici, vicini di casa, negozianti, associazioni ecc) che vi sostenga. E poi consultatevi con un esperto del settore che sentite possa fare al caso vostro. Saprà ascoltarvi e magari dirvi cose che non avevate ancora pensato. Quali sono le vostre esperienze? Quali soluzioni avete trovato? Scrivetemi pure al mio indirizzo e-mail: [email protected], sarò felice di leggerle. Alla prossima! Dott.ssa Sara Pontecorvo Qui potete trovare il video che ho girato per il gruppo SuperMamme di Sesto San Giovanni:
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LA CONVIVENZA IN FAMIGLIA7/4/2020 Qualche spunto per una convivenza attiva e propositiva!sotto Cari lettori, oggi vorrei parlarvi di CONVIVENZA IN FAMIGLIA. Sappiamo tutti benissimo quanto possa essere meraviglioso, ma altrettanto faticoso riuscire a convivere tutti insieme. Quando si hanno bimbi piccoli, ma non solo, ci si dedica completamente a loro, i compiti, il gioco, si prepara da mangiare, ci sono i vestiti da lavare, la casa da pulire, da sistemare… e non dimentichiamo in tutto questo il lavoro, che indubbiamente occupa un’altra grossa fetta delle nostre vite e a volte ci impegna anche la mente. Siamo davvero multitasking, ma abbiamo bisogno di una tregua ogni tanto! Spesso capita di sentirsi frustrati per numerosi motivi e la nostra casa dovrebbe essere il luogo dove trovare la serenità, invece ci ritroviamo a dover gestire anche quella e ciò può creare tensione e portare a conflitti tra i membri della famiglia. Oggi ancora di più, con la situazione storica in cui ci stiamo trovando forse sentiamo la necessità di trovare un modo per convivere in maniera attiva e propositiva tutti insieme. Per questo vi propongo tre piccoli spunti di cui mi piacerebbe avere un feedback: 1. TROVARE UNO SPAZIO PER SE’ A volte le case non ci consentono di trovare uno spazio per noi, una stanza dove stare, soprattutto se abbiamo dei bimbi piccoli. Però credo che sia importante che ogni membro della famiglia (mamme, papà, figli adolescenti) si ritagli, nel corso della giornata, anche solo 10–15 minuti per fare qualcosa per sé. Questo ancora di più per la situazione che stiamo vivendo oggi. Al di fuori della situazione attuale potrebbe essere anche uno spazio dove prendersi cura di sé, fare qualcosa che ci piace (fare sport, uscire con gli amici, dedicarsi a un hobby e così via). Se si hanno figli adolescenti sarebbe invece proficuo, se non hanno una loro camera, cercare di accordarsi con loro e lasciargli uno spazio della casa per un’ora al giorno dove si possano sentire liberi di fare ciò che più gradiscono. 2. SUDDIVIDERE I COMPITI E VENIRSI INCONTRO Le persone, ma soprattutto le mamme spesso hanno la tendenza a sovraccaricarsi, sentono di doversi occupare di tutto e questo a volte è davvero frustrante. Come fare dunque? Chiedere aiuto, suddividersi i compiti. Chi butta la pattumiera? Chi cambia il pannolino? Chi lava i piatti? Chi prepara da mangiare? Può essere che si decida per una volta a testa, può essere che ognuno abbia la sua “area di competenza”, l’importante è che sia di comune accordo e che non ci si senta troppo sovraccaricati. Può essere che capitino dei momenti in cui è tutto troppo e che uno dei due non riesca a mantenere gli accordi, in quel caso venirsi incontro. Quando si hanno bimbi piccoli possono essere coinvolti sulla base dell’età in differenti compiti e mansioni domestiche. Potrebbe essere divertente e costruttivo coinvolgerli. 3. TROVARE UNO SPAZIO PER LA RELAZIONE CON IL PARTNER E’ importante che i genitori trovino degli spazi di intimità tutti per sé. Quando i bambini sono molto piccoli può essere più complesso farlo perché il bambino ha molte necessità e la mamma è ancora provata dall’esperienza del parto. Non sempre intimità significa sessualità, può voler dire anche un momento passato insieme, dedicato solo alla coppia. Questo non solo crea benefici sulla coppia, ma se mamma e papà stanno bene insieme e sono uniti anche il bambino lo percepisce e ne beneficia attivamente. Consapevole che ovviamente le situazioni di convivenza sono molto più complesse di questo, mi auguro di essere stata d’aiuto. Quali sono le vostre fatiche quotidiane? Come siete riusciti a creare una convivenza serena? Ho aperto da poco anche un canale youtube dove parlo di questo e presto posterò anche altri video. Se volete potete iscrivervi al mio canale che trovate a questo link: https://www.youtube.com/channel/UCWDt-93S5Kb-NgFxQqobDQw?view_as=subscriber Qui sotto troverete il video che ho girato per il gruppo Supermamme di Sesto San Giovanni in collaborazione con lo studio multidisciplinare OsteopaticaMente in cui tratto questo argomento. Se avete bisogno di sapere altro potete scrivermi al mio indirizzo di posta: [email protected] A presto! Dott.ssa Sara Pontecorvo
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La tristezza al tempo del Covid-196/4/2020 Cari lettori, eccomi di nuovo qui ad affrontare un altro aspetto emotivo di questo periodo storico in cui ci troviamo. Non è un caso se ho scelto di trattare adesso la tristezza. La tristezza è un’emozione che a volte arriva in un secondo tempo, che può restare nascosta, mascherata. È indubbiamente faticosa da gestire perché al contrario della rabbia e della paura che possono anche attivarci fisicamente e mentalmente, la tristezza sembra privarci delle nostre energie lasciando a volte un senso di vuoto o un senso di pieno nella nostra mente e nel nostro corpo. La tristezza in questo periodo ci mette a confronto con un senso di impotenza e di perdita. Dalle nostre abitazioni dobbiamo assistere a quello che succede fuori. Non sembrano esserci punti saldi a cui aggrapparsi, non possiamo vedere amici e familiari se non filtrati da uno schermo, non possiamo dedicarci alle nostre attività fuori da casa, ci sentiamo limitati nelle nostre vite. Il futuro appare incerto. In alcuni momenti arriva lo sconforto: “ma quando finirà?”. I pensieri ci riportano al passato a quello che avevamo che sembra già un tempo lontano quasi sconosciuto.
La tristezza quindi ci mette a contatto con qualcosa che abbiamo perduto per permetterci di elaborare questa perdita, anche se temporanea. È più che giusto allora in questo periodo avere dei momenti di sconforto, di pianto, di tensione emotiva, stiamo affrontando una situazione mai vissuta prima. La tristezza ci porta anche a contatto con le parti più profonde di noi, con i nostri sentimenti, ci costringe a fermarci e a riflettere e questo può essere costruttivo in un secondo tempo perché ci orienta verso ciò che vogliamo, verso ciò che è vero. Vi è mai capitato di sentirvi meglio dopo un bel pianto? Come se qualcosa di opprimente se ne fosse andato via e avesse lasciato spazio a un senso di liberazione. Quando la tristezza invece diventa disperazione il rischio è che ci paralizzi e tutta la creatività che c’è dentro di noi resti bloccata, a volte addirittura la tristezza può restare repressa, non si riesce a sfogarla e questo non ci fa sentire liberi. Come affrontare la tristezza in questo periodo?
Sperando di essere stata utile, alla prossima! Dott.ssa Sara Pontecorvo – psicologa. |